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Operatori mobili e UCC

Venerdì 09 Aprile 2010 17:55

Mobilità e UCC potrebbero offrire una potente combinazione di funzionalità per migliorare la produttività aziendale.
Tuttavia una implementazione di successo richiede l’avvio di un impegnativo processo, durante in quale, le organizzazioni dovranno mettere mano ad un vero e proprio piano pluriennale per gestire le loro attività e iniziare a sviluppare un programma per la scelta delle tecnologie che sosterranno tali operazioni. Mobilità e UCC dovrebbero essere elementi fondamentali di questi programmi. Nel breve termine, le organizzazioni dovrebbero iniziare a sviluppare le competenze interne per installare e gestire queste reti e le applicazioni.
Una cosa è certa, però, mobilità e UCC saranno fondamentali per fornire la flessibilità necessaria alle imprese per competere in futuro. 
Inoltre occorre chiedersi quale ruolo avranno gli operator di telecomunicazioni mobili. 
Ad esempio nell'ambito dei Mobile VAS. Si pensi a servizi personalizzati con la localizzazione realizzati da reti intelligenti degli operatori mobili. Inoltre si potrebbero avere connessioni con i servizi di presenza e UCC.

Un parere 
Non mi sembra che i vari tentativi di fornire contenuti a valore aggiunto da parte degli operatori mobili abbiano riscontrato un apprezzabile successo, perlomeno in Italia. Credo che questo, nonostante i grossi sforzi fatti, sia dovuto essenzialmente al costo ancora troppo alto della connettività per utenti non business (il largo pubblico) e forse soprattutto alla scarsa capacità degli operatori nel pensare a nuovi contenuti e servizi. Se per il primo motivo giustifico l’attaccamento al più economico SMS, per il secondo arrivo alla conclusione che non sia pane per gli operatori telefonici. Infatti, non è un caso che siano già disponibili applicativi e servizi per smart-phone di estrema utilità e di ampia diffusione, cito per esempio ProntoTreno di Trenitalia o le centinaia di apps per iPhone. Cioè farei un parallelo con il web dove non sono i provider di connettività a generare traffico, ma i gestori di contenuti a dettare legge, Google su tutti.

In questo senso, mi aspetterei in un prossimo futuro una maggiore offerta da parte delle imprese di servizio che utilizzano la UCC come canale per veicolare contenuti e per trasportare sul dispositivo mobile i processi che attualmente gestiscono in modo tradizionale. La localizzazione è un add-on che può costituire non solo un’attrattiva immediata al servizio offerto, ma soprattutto un abilitatore di processo. Penso per esempio alla pubblicità interattiva per la quale oggi riesco a veicolare i contenuti in base al profilo dell’utente (CRM), e che con l’aggiunta della localizzazione mi consente di personalizzare i contenuti anche in base alla posizione dell’utente. È da tenere in considerazione che già oggi siamo in grado di localizzare una classe di utente che utilizza client mobile dotati di sistema GPS anche senza i servizi a valore aggiunto degli operatori telefonici.

A mio parere, i servizi di localizzazione devono tener conto del grado diffusione della tecnologia mobile presso l’utenza. Cioè, tanto maggiore è la capacità del dispositivo mobile di accettare contenuti informativi sempre più strutturati, tanto più sarà ricco di contenuti l’interazione tra le parti. Se posso schematizzare grossolanamente:
- dispositivi semplici -> uso di processi basati essenzialmente su SMS per la richiesta di servizio e ricezione dello stato della richiesta;
-  dispositivi evoluti -> uso di processi basati su applicativi (WEB o installati sul dispositivo) che mi consentono la personalizzazione dei contenuti, la frequenza di aggiornamento e la gestione dinamica della domanda al variare dei parametri geografici dell’utente.
In quest’ultimo caso, è abbastanza implicito il concetto di appartenenza dell’utente ad una comunità d’interessi, così per esempio ho dichiarato il mio interesse all’acquisto di un immobile situato in P.zz San Babila a Milano, ricevo le proposte di vendita per un raggio di 1 Km, visiono e seleziono le offerte, ricevo il materiale illustrativo su un canale parallelo (email, fax, posta ibrida), entro in contatto con il servizio di front desk immobiliare che in video-streaming mi invia la presentazione dell’immobile e che in audio conferenza mi mette in contatto con l’agenzia immobiliare di zona.

Questo esempio verticalizzato su un settore specifico di mercato è esemplificativo di ciò che già oggi siamo in grado di attuare da un lato ma che presuppone la conoscenza non generalista del processo, cioè concluderei dicendo che non sono gli operatori mobile che possono offrire questo tipo di servizio, ma sono gli operatori di settore che possono utilizzare servizi UCC integrandoli nelle proprie piattaforme gestionali.

Marino Vanetti

La visione dal mercato Usa

Il mondo dell'offerta Mobile e UCC viene visto dagli analisti americani nel seguente modo.

Unified communications vendors
Among software vendors, IBM and Microsoft have been the primary providers of unified communications platforms. IBM's offering is called Sametime and works with (or without) its Lotus Notes product. Microsoft's UC platform is called Office Communications Server (OCS) and integrates with Active Directory, Exchange Server and other elements in the Microsoft product line.

Both IBM and Microsoft have developed a mobile client for smartphones that allows them to support mobile users; Microsoft's is called the Office Communicator Mobile, and IBM's is called Lotus Sametime Mobile. As IBM and Microsoft provide UC platforms, their solutions must be integrated with the physical infrastructure. For mobility, they both depend primarily on cellular rather than WLAN networks, which can ease the integration but may increase the network cost.

The UC platform vendors are strengthening their alliances with the infrastructure vendors, so we can anticipate a richer set of network options as time goes on. The move toward universal SIP-based IP telephony solutions virtually ensures more functional integrated configurations in the future.

IP PBX vendors
IP PBX vendors have a major stake in UC, as they recognize that their entire business model could be subsumed by the UC vendors. In effect, the hardware focus of the PBX is becoming less and less an issue as voice becomes "another application on the data infrastructure" and traditional desk sets are supplanted by soft phones and mobile devices.

The major IP PBX suppliers, including Avaya, Cisco, Nortel and Siemens, have developed their own UC solutions, though they also have found it necessary to build links to the Microsoft and IBM UC platforms. Presence federation is key to these efforts, but the level of integration varies, and you must distinguish between the features that are available on wired as opposed to wireless devices.

Given their infrastructure roots, the IP PBX vendors have also been more active in promoting WLAN voice and fixed mobile convergence, so the range of network options for supporting their mobile UC solution is typically wider. Both Avaya and Siemens have developed Wi-Fi/cellular solutions with mobility controllers that support automatic handoffs, while Cisco and the others can provide that through alliances with the third-party FMC suppliers.

The IP PBX vendors also provide their own mobile UC products with names like oneX Mobile (Avaya), Mobile Unified Communicator (Cisco), and MobileConnect (Siemens). They will typically support a mix of Windows Mobile, BlackBerry, and Nokia/Symbian devices. Nokia has developed software for its dual-mode handsets that supports Cisco's SCCP signaling protocol for calls carried over a WLAN.

Ultimo aggiornamento Domenica 11 Aprile 2010 17:06